The IT Crowd: umorismo all'inglese.

Amo molto di più l'umorismo inglese di quello italiano. E' più controllato, pacato, leggero e politically correct. Poche parolacce, meno situazioni volgari o disgustose, più ironia e self-control. Così pensavo fino a quando mi sono imbattuta in una serie chiamata The IT Crowd.

The IT Crowd è una sitcome britannica trasmessa dal 2006 al 2010. Non chiedetemi come ne sia venuta a conoscenza, sarebbe troppo complicato, sta di fatto che ho iniziato da poco a guardare la prima serie. Questa è incentrata sulle vicissitudini del reparto IT (Information Technology), quelli che fondamentalmente, se lavorate in qualche azienda di grandi dimensioni, avete chiamato per sistemare il computer o la stampante. I due tecnici Roy e Moss condividono l'ufficio con il manager delle risorse umane, Jen, e la convivenza forzata porta a degli screzi nei primi episodi. Le situazioni sono ai limiti del fantascientifico: l'ufficio, posto nel seminterrato, è sporco e disordinato ed è confinante con 'la stanza dei bottoni', regno oscuro di un improbabile goth con la fissa dei Cradle of Filth; Roy è un nerd poco incline a lavarsi che ci prova con tutte le impiegate degli uffici ai piani superiori, che ovviamente lo evitano. Moss è ingenuo come un bambino e porta un'eccentrica capigliatura; passa le sue giornate navigando su internet o inventando strani marchingegni. Infine Jen, che all'inizio appare la più ponderata e intenta a lavorare seriamente e sistemare i parecchi problemi di personale dell'azienda, rivela in fretta il suo animo isterico e la sua orribile risata. 

Le gag di questo telefilm sono carine e oscillano fra il banale (Jen che viene scambiata per l'impiegata del mese a causa di una bugia detta da Moss) e il brillante (sempre Jen che si batte contro la segregazione dei goth nella società attuale), il volgare (il pezzo di torta al cioccolato sulla fronte di Roy che sembra proprio cacca) e il raffinato (ehm...ora come ora non mi viene in mente niente). In sostanza, mi sono ricreduta molto sui britannici, ma nonostante tutto li ribadisco i migliori a fare sitcom. Anche quelle a sfondo umoristico.

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